martedì 4 dicembre 2007

Il prurito alle mani

Riportato da http://www.deborahbergamini.it/:

Ho letto tutti i commenti che sono arrivati sul mio blog. Uno per uno. E ho avuto il prurito alle mani per tutto il fine settimana, perché avevo voglia di rispondere ad ognuno ma eravate in troppi e non ce l’avrei fatta. Mi dispiace. Ho deciso di dire qualche cosa ora.
Ho scoperto sulla mia pelle che quando una persona viene travolta da uno scandalo mediatico, si ritrova nuda in mezzo al mondo, e dopo un iniziale imbarazzo, soprattutto se è oggetto di un attacco propagandistico e irragionevole come quello che ha toccato me, le capita di essere presa dal desiderio di rispondere, nasce la voglia di indignarsi, di fare del proprio caso un caso di tutti. Così mi sono accorta che stavo rischiando di diventare simile a quelli che attaccano e calunniano gli altri, senza riserve, per meri fini politici, oppure così, tanto per sfogare la propria frustrazione.
Vittime e carnefici,a quel punto, rischiano di assomigliarsi, o quantomeno finiscono per scegliersi.
Io da oggi scelgo di non essere vittima.
Rimando tutto alle sedi istituzionali preposte, affinché siano loro a fare luce su di una vicenda che, per chi ha voglia di capirlo, si commenta da sola.
A questo punto ho tre strade. La prima è scappare, chiudere il blog, chiudermi in me stessa e sperare di essere dimenticata al più presto.
Altrimenti potrei sfruttare a mio esclusivo vantaggio (come molti ospiti del blog in questi giorni hanno ipotizzato) la visibilità che mi deriva da questa vicenda e cercare di diventare un “personaggio”.
Oppure, ed è la mia scelta, vivere questa vicenda per quello che è. Ho letto e capito tante cose in questi giorni. Ci sono molti aspetti di questa storia che possono essere di utilità generale, se riesco (e riusciremo) a trovare il modo di uscire dall’autoreferenzialità.
Non mi interessano i referendum pro o contro Berlusconi. Non mi interessano i referendum pro o contro Bergamini. Mi interessa capire in quale Paese ognuno di noi vivrà nei prossimi anni. Così questo blog potrà acquistare un significato che vada oltre l’emotività del momento.
Sono la persona che sono, con la mia storia, i miei rapporti, le mie convinzioni. Che non ho mai nascosto. Anzi. A chi si sente diverso da me non sarò mai simpatica. A chi mi vuol bene andrò a genio comunque. Quindi è il caso di muoversi un poco avanti e di chiedersi se possa servire a qualcosa la contrapposizione fra persone animate solo dalla paura della diversità. Perché di paure e di pregiudizi sulla diversità altrui ne ho trovati parecchi, su questo blog. E mi sembra che questo sia dovuto non a cattiveria o malafede, ma ad un’insicurezza diffusa, alimentata dalle regole di un corpo sociale che fa acqua da tutte le parti. Bisogna invece ricostituire un intendimento comune, di fondo, che garantisca a tutti la possibilità di accettare le reciproche diversità.
Deborah

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